giovedì 22 maggio 2014

Welcome to China

E dopo aver passato due giorni nell'aeroporto di Hong Kong per fare il visto cinese ed essermi sentita come Tom Hanks nel film "The terminal", aver incontrato la mia amica inglese Leontina che non vedevo dai tempi di Shanghai, aver dormito nella stanza più piccola del mondo (un cubo di 3 mq completo di bagno con doccia e pure tv), per poi passare la notte seguente in una camera d'albergo grande come il mio appartamento a Taipei, dove ho dimenticato il mio pigiama cinese, dopo aver aspettato ore interminabili per prendere l'ennesimo aereo a causa di una tempesta nei cieli di Hong Kong, eccomi di nuovo in Cina, quella "vera", che non è Hong Kong e nemmeno Taipei.
Sono a Xian, famosa per il suo esercito di guerrieri di terracotta, uno dei siti archeologici più importanti del Regno di Mezzo, ma anche punto di partenza della Via della Seta che collegava l'Asia all'occidente.
L' odore e' inconfondibile. È Lei, la Cina. Perché ogni posto ha il suo profumo, il suo sapore e questa è la prima cosa a cui faccio attenzione quando esco fuori dall'aeroporto:  mi fermo e annuso l'aria.
Lei è sempre la stessa, con la sua polvere e i suoi cantieri, i grattacieli illuminati e i templi ricostruiti, l'ingorgo di macchine e di moto che hanno preso il posto delle biciclette, la gente che urla, i venditori ambulanti, gli autobus stracolmi di gente appiccicata come sardine sott'olio,  profumi, puzze, caldo, negozi, ristoranti, sputi, umanità quasi invadente. È il caos. Mi gira la testa.
Ricordi mescolati e un po' sbiaditi di quando venni la prima volta in gita con la classe e il mio professore dell'università  di Pechino e le mie amiche Giulia e Meri. Avevo 20 anni e non sapevo ancora nulla.
Domani comincia l'avventura e chissà dove mi porterà.